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15 Novembre 2023

Enoteca Esselunga | Primissime impressioni a caldo (sul sito che vuole sfidare Tannico)

L’operazione di ingresso di Esselunga nell’e-commerce del vino è stata lanciata a gran voce sia dalle testate generaliste che da quelle di settore: non c’è stato sito che non ne abbia scritto, nella quasi totalità con i consueti e fastidiosi copia-incolla di comunicati stampa aziendali, salvo lodevoli eccezioni.

Il vino è l’unico prodotto che compro online, mentre Esselunga è il mio supermercato fisico di riferimento per la spesa familiare (vanto una Fidaty card risalente ai primi anni ’90), sicché attendevo con curiosità la pubblicazione del catalogo di un player così importante. C’era anche – inutile nasconderlo – il desiderio di fare un po’ le pulci al gigante della gdo,  Anticipo subito che, al di là di un primo impatto sgradevole con la home page e al netto di un comprensibile rodaggio, il giudizio finale sarà positivo.

Aprendo dunque Enoteca Esselunga si rimane un po’ delusi: colori spentini, menù scarni, un paio di articoli “attualità” (abbinamenti col sushi e vini del territorio: il Piemonte), un breve video di Riccardo Cotarella (sotto il titolo “L’opinione dell’enologo”) che retoricamente elogia la varietà dei prodotti italiani e l’importanza comunicativa dell’e-commerce; commercio, appunto, e non deve stupire la poca eleganza nel mettere lì a fianco i link alle bottiglie della cantina Famiglia Cotarella.

Sempre in home page scorre una lista di etichette best-seller dell’autunno, da cui non si intuisce ancora il livello medio e il target dei prezzi, perché si va dal Susumaniello Conti Zecca (9 €) allo Sfursat 5 stelle Nino Negri (71,50 €), con anche un Whisky giapponese a 74,90 €; un po’ ridicolo comunque proporre la selezione dei “più apprezzati del momento” a poche ore dall’apertura del sito.

Quello che infastidisce maggiormente è però la grafica di presentazione delle bottiglie, da cui capisco come mai i titoli degli articoli di presentazione parlavano con enfasi di “sfida a Tannico”: sono sostanzialmente identici i caratteri, i colori, le icone.

La ricerca dei prodotti è agevole, anche se solo dopo aver selezionato una prima tipologia di vino si accede ai filtri consueti, come fascia di prezzo (a proposito: si va da un Verdicchio marchigiano a 5,90 fino a Mouton Rotschild 2019 a 1.100 €), regioni, colori, formato etc.; ci sono anche filtri più moderni come metodo di conduzione, longevità e un curioso ma non inutile “numero bottiglie annata”.

Esselunga prometteva oltre 1.400 etichette tra vini e distillati ed in effetti la scelta è vasta: dal lato spirits e liquori 209 referenze, mentre dal lato vini la parte del leone è ovviamente dell’Italia, con 784 articoli; seguono la Francia con 92 e la Spagna con 28, via via attraverso Germania, Cile, Sudafrica, Nuova Zelanda e fino alla presenza di uno spumante inglese (Nyetimber, 52 €) e un Cabernet Sauvignon cinese (Château Changyu Moser, 14,90 €).

Nella selezione italiana considero grave l’assenza totale di vini calabresi, a fronte di una certa completezza nel resto delle regioni. I produttori, magari nelle loro linee di punta, sono scelti tra nomi noti della penisola, così come non ci si devono aspettare denominazioni troppo lontane da quelle più conosciute: ecco allora in Piemonte 11 Barolo, 5 Barbaresco (no, Gaja non c’è) e nessuna etichetta di Ghemme o Gattinara. Leggermente più completa la Toscana (no, Sassicaia non c’è), con più di 20 denominazioni, ma vi prego, eliminate doppioni come Bolgheri (compare tre volte nei filtri) e soprattutto togliete Orvieto; notissimi i 12 Brunello (Poggio di Sotto, Marchesi Antinori, Banfi, Castelgiocondo…), esclusivamente due etichette di Boscarelli per il Nobile.

Insomma, solo cercando con cura si trovano bottiglie un po’ diverse da quelle di un ben fornito supermercato fisico, nonostante la promessa di Esselunga fosse quella di presentare prodotti che non si potessero trovare negli store tradizionali; non è così, con qualche cortocircuito nei prezzi, che sono talvolta differenti da quelli del sito di e-commerce per la spesa tradizionale, dove continuano naturalmente a comparire anche i vini: sono i casi di alcuni prodotti di Jermann, Ca’ del Bosco, Schiopetto, Colterenzio… pochi spiccioli di differenza, ma forse significativi di una assenza di sinergia tra le diverse branche del settore vino del grande supermercato.

A proposito dei prezzi: mi sono subito stancato dopo i primi confronti, perché sono quasi sempre identici alla concorrenza diretta, che a questo punto ho individuato anche io in Tannico.

Esempio pratico: qui Tannico.

E qui Enoteca Esselunga.

Diverso il discorso per l’estero: la scelta in proporzione all’Italia è ampia e anche l’originalità più spiccata (peccato solo che per il Portogallo ci siano solo Porto, ma il resto della penisola iberica è ben rappresentato).

Non si possono non fare un paio di osservazioni sulla Francia: innanzitutto bisognerà istruire il logaritmo del database insegnandogli che un nome come Maculan non è francese (ma l’errore forse è più grande, perché il Veneto compare nei filtri delle regioni d’Oltralpe: adesso basta però, sennò Esselunga mi deve pagare per il lavoro di revisione).

Alcune zone come la Loira hanno poche proposte, mentre ci sono grandi maison che coprono intere regioni, con qualità interessante e prezzi concorrenziali: faccio solo l’esempio di Chapoutier, che ha 10 referenze (tra cui un mio pallino, Tavel) e un prezzo di 11,80 € per il suo Belleruche blanc (12,40 su Tannico, 14,50 sulla francese Vinatis). Le etichette di Champagne sono ben 32, con nomi non scontati; mi piace Boizel, Blanc de noir La Montagne, proposto a 55 € (46,67 € su Millesima, ma con l’obbligo della cassa da 6 bottiglie).

Insomma, Esselunga poteva investire di più in grafici e web designer, ma per questo tipo di selezione non ci si può lamentare: chi cerca un vin de garage non lo fa su questi portali, mentre chi desidera approvvigionare una cantina standard ma completa, oppure fare un regalo, qui trova tutto quello che gli serve.

Resta da capire quale sarà la politica di programmi fedeltà e offerte, che secondo me fa la vera differenza per questo genere di acquisti; si potrebbe incominciare con la gratuità della spedizione al di sopra di una certa cifra di acquisti, come fanno quasi tutti i siti, ma che qui non ho trovato, figurando un costo standard di 7,90 €.

Forse avrei dovuto provare ad acquistare qualcosa, per testare bene tutti i servizi, compreso il trasporto, e verificare anche il numero massimo di bottiglie ordinabili: per me registrazione e accesso con il numero della carta fedeltà del supermercato fisico (il che permette di accumulare i “soliti” punti fragola) sono stati abbastanza semplici; chi ha provato diversamente trova la procedura piuttosto farraginosa, con invio di codici e pleonasmi nei dati richiesti. Però – mi perdonerete – il budget dei miei acquisti online di questo mese è già dedicato ad un cartone di un accessibile Mercurey 1er cru, che ora vado ad ordinarmi su un sito francese.