Dieci consigli al mese dalla redazione di Intravino.
Tanto vino ma anche birra e distillati. Prodotti che quando li trovate a scaffale, online o al ristorante, noi vi consigliamo di comprare e vi diciamo anche perché ne vale davvero la pena.
Ogni consiglio è firmato da un editor che ci spiega perché quel flacone meriti tutta la nostra attenzione.
Poca poesia e tanta prosa, poco fumo e tanto arrosto. Un post ogni fine mese in cui troverete novità, cimeli storici, bombe a lunga gittata, solide certezze o produzioni sconosciute. Bottiglie di ogni ordine e grado che per noi meritano la massima attenzione, o più semplicemente di essere prese e stappate.
Questo è… Ten | La carta dei vini di Intravino
Ottobre 2023
Mas Gomà • La Planta 2021 • di Marco Colabraro
Non può e non deve piacere a tutti, ma qualità prezzo è una chicca non da poco. Spumante brut nature, 24 mesi sui lieviti, uvaggio tipico del Penedes: Maccabeo e xarel-lo e parellada da vigne vecchie e terreni argillosi. In sboccatura rimane una frazione dei lieviti, non aspettatevi dunque pulizia assoluta, almeno alla vista. Al naso subito i lieviti che ricordano pane e riso, poi l’agrume del limone, la mela, nel tempo emerge la camomilla. Bocca che si connota in verticalità, bolle fini e presenti, bellissimo finale amaricante. Una bevuta diversa e di carattere, non impegnativa (per la complessità prego cercare altrove), perfetta per merende e crudi di mare o conchigliati bolliti d’oceano con la loro salsina all’aglio che solo a pensarci…
15 € – Online
Domaine De La Roche Moreau • Coteaux du Layon Saint Aubin 2018 • di Nicola Cereda
Chenin blanc in purezza. Me l’avevano venduto come “vin de garde”, due bottiglie. La prima l’ho guardata per un giorno, poi l’ho aperta e lavandinata per via del tappo. La seconda, profondamente offeso, non l’ho più guardata per anni. Ieri le ho concesso l’amnistia. Nel bicchiere il vino è oro luccicante. Naso e bocca sono coerenti: canditi, miele d’acacia, frutta esotica e zafferano (effetto botrite?). Dolce, pieno, complesso eppure tremendamente scorrevole con i suoi 12 gradi soltanto. Chiusura lunga e sapida. Non sprecatelo sul dessert. Con ravioli di zucca e un giro di formaggi erborinati vi strapperà un gran sorriso di piacere. Per questo prezzo, un piccolo miracolo.
12 € – Online
Vini Scirto • Terre Siciliane Don Pippinu Bianco 2019 • di Giorgio Michieletto
Le vigne sull’Etna (Contrada Feudo di Mezzo, Passopisciaro) sono a piede franco; fra gli 80 e i 100 anni di età. Uve carricante, catarratto, minnella e grecanico a 650 metri di altezza. Fermentazione spontanea, solo acciaio per 10/12 mesi. Il vino ha bisogno di tempo nel bicchiere ma poi respiri il vulcano che guarda il mare. La vena affumicata pulsa al naso e in bocca: è un centrifugato di sensazioni sulfuree, vegetali, di frutta dolce e salata insieme. Agrumi canditi, limone su tutti, ma anche capperi, macchia mediterranea, timo limonato, zenzero, olive verdi. Cambia spesso, a volte disorienta fissandosi sul ricordo di cenere, ma sul finale, di gran sapidità e pulizia, ritornano pompelmo e fiori di zagara.
36 € – Online
Castelvecchio • Carso Vitovska 2022 • di Stefano Senini
Bello trovare ogni tanto una Vitovska non macerata, semplice, fresca e salmastra. Questa, biologica come tutta la gamma, è prodotta da Castelvecchio a Sagredo, una manciata di chilometri dal Sacrario di Redipuglia. L’odierna pace idilliaca della villa padronale e dei vigneti che la circondano, così come l’ordine del parco-giardino dedicato ad Ungaretti, fanno quasi dimenticare che qui si sono svolte le prime, feroci battaglie della Prima Guerra Mondiale. Il vino mi è parso interessante soprattutto per la singolare diversità tra profumi e sapori, pressoché due vini in uno: normalmente la mancata corrispondenza gusto-olfattiva viene considerata un difetto, ma in questo caso mi pare invece piacevole perché al naso è caldo, molto mediterraneo, quasi un canto di cicale nella assolata campagna estiva (soprattutto garrigue, ma anche mela verde e pera acerba) mentre in bocca entra al centro, diretto, nervoso, salino.
13 € – dal produttore
Le Fraghe • Bardolino 2016 • di Nicola Cereda
Ah! Il tremendo equivoco del vino quotidiano! Il Bardolino ne è vittima da decenni. Andate da Matilde Poggi a Cavaion Veronese, riempite il bagagliaio di questo figlio di un dio minore da uve corvina e rondinella che pagherete una sciocchezza, affidatelo alla vostra cantina per 7 anni e poi girate il tappo a vite. Meraviglia! Ciliegia, ginseng, chiodo di garofano, pepe e cacao racchiusi in una vera ghiottoneria enologica di delicata eleganza. Si dirà che la cilindrata è bassa e il passo corto ma ragazzi, per godere di una simile delizia, nel Beaujolais spendereste almeno il doppio e in Borgogna cinque volte tanto. Contenti voi…
8 € – dal produttore
Veronica Ortega • Bierzo Do Cobrana 2020 • di Simone Di Vito
Nata a Cadice e figlia di un famoso torero, oggi Veronica Ortega è una delle rising star del vino spagnolo. La sua prima esperienza vinicola l’ha vissuta al DRC, continuando poi tra Borgogna, Rodano, Priorat, Douro e Nuova Zelanda, stabilendosi infine a Valtuille de Abajo (Castilla y León). Il suo Cobrana proviene da una vigna di 90 anni ricca di ardesia, sabbia granitica e calcare argilloso, posta a 750 m e promiscua di varietà mencia, godello, palomino e dona blancss. Fermentazione a grappolo intero, maturazione di 15 mesi tra pièce borgognone e anfore (800 lt). Un full HD di ciliegie succose che ti avvolge la bocca, dove freschezza e fluidità trainano un assaggio dolce, agile e decisamente profondo. Col passar dei minuti si arricchisce di sfumature saline, poi cuoio e sventagliate fumé, fino a catrame e caffè da moka. L’irrequietezza della gioventù sta forse in un tannino largo e un po’ scapigliato, che però non ne offusca la piacevolezza generale oltreché l’evidente prospettiva. Che mano signori.
36 € – Online
Azienda Agricola Boffalora • Valtellina Superiore La Sàsa 2017 • di Marco Colabraro
Chiavennasca di Valtellina fatta con uve raccolte a più di 700 metri, poche bottiglie per un vino da attendere, sia nel tempo che nel calice. Il rubino parte timido, arroccato nei suoi frutti rossi all’apparenza troppo maturi: la sobrietà del montanaro che ha bisogno di confidenza per sciogliersi. Basta attendere un poco e il liquido comincia a esprimersi: sono le erbe di campo a emergere, su tutte menta, muschio, aneto, sambuco, su note classiche di liquirizia e grafite. Troppe note di degustazione? Ok, emotivamente coinvolgente, cangiante e caldo, il tannino è un gran piacere e l’eleganza lo rende davvero attraente. Lo berrei davanti al fuoco, con davanti un piatto fumante di polenta e stracotto. Fuori la neve o un vento che sibila dietro alle finestre.
50 € – Ristorante Ristorobie, Cusio
Virna Borgogno • Barbaresco Montersino 2020 • di Simone Di Vito
A Barbaresco alcuni cru sono un must ma quelli di Treiso non sono certo da meno. Ne è un esempio questo Montersino di Virna Borgogno, di tradizione barolista ma che ha da poco recuperato alcuni filari in questa MGA. Un rosso vivido e fiammante che straripa viole e ciliegie, spunti di cacao e liquirizia, tanta vigoria e voglia di uscire da quel vetro che in bocca si traduce in una freschissima arancia rossa, che accompagna un sorso caloroso, energico, dove un bel tannino tratteggiato graffia ma non morde. Ne lascio un po’ per il giorno dopo, dove appare più disteso e ordinato, meno hard rock e più rhythm’n blues, evidenziando maggior precisione ma anche eleganza, mentre il succoso groove di frutta che lo animava è ancora lì, è costante. Già ora un vino che spacca! Solo 4000 bottiglie.
35 € – dal produttore
Brauerei Schlenkerla Märzen • Aecht Schlenkerla Rauchbier • di Gianluca Rossetti
Un piccolo capolavoro da Bamberga, “capitale birraria dell’Alta Franconia: la provincia bavarese con la più alta densità di birrifici dell’intera Germania” (Thomas Pennazzi). Il birrificio vanta tradizione plurisecolare e alcune tra le release più significative del panorama brassicolo mondiale. Parliamo in questo caso di una categoria tra il fascinoso e il respingente: le birre affumicate. Questa la loro Rauchbier. Intensi profumi di legna arsa, speck e sentori tra il biscottato e il caramello, è una di quelle birre che lasciano il segno e che, per quanto ostiche al primo impatto, a causa di non so quante parti di fumo per milione, invogliano comunque al riassaggio abbastanza in fretta. Per lo meno per me così è stato. Una delle pochissime produzioni figlie di maltazione a fiamma diretta, colore scuro (qualcuno, in altri tempi e per altre cose, avrebbe scritto “fusto di monaco”), cappello di schiuma compatto e cremoso, alcol misurato (5.1%), dolcezza del malto equilibrata da una punta di amaro. Sorso chiama sorso. Nonostante la nota dominante di (si può dire?) caminetto spento, ogni volta che la sorseggio conserva una leggerezza e piacevolezza di beva che me la fa amare come poche. Spettacolare e sorprendente in abbinamento con il Fiore Sardo.
3,90 € – Online (bottiglia da 0,50 l)
Distillerie Capitoline • Er Gin • di Thomas Pennazzi
O’ famo strano: da Verdone al gin romano de Roma è un attimo. La gin craze ha colpito pure l’Urbe, e le Distillerie Capitoline, piccola realtà liquoristica artigianale, hanno sfornato la loro interpretazione. Le botaniche originali ne fanno un liquore da miscelazione, a meno che dobbiate proprio digerire la suocera, come recitava una pubblicità d’antan. Carrube, pepe rosa, misteriose spezie, il limone di Sorrento e l’ovvio ginepro profumeranno il bicchiere con un ventaglio di aromi autunnali, colorando il vostro drink di tonalità brune.
29 € – Flor Vino in Giardino, Roma