Nuovo appuntamento con Intrawine, la rassegna stampa di Intravino che raccoglie le notizie più interessanti e originali uscite in giro per il mondo nelle ultime settimane. Settembre è iniziato, le vendemmie procedono e gli argomenti degni di nota non mancano mai.
Come sempre, per segnalazioni, consigli, critiche o altro scriveteci: dillo@intravino.com.
Contenitori per il vino nella storia
La prima segnalazione di giornata è dedicata ai diversi contenitori utilizzati per fermentare e invecchiare i vini. L’analisi del Master of Wine Benjamin Lewin si concentra sulle diverse proprietà possedute da anfore, barriques e vasche di cemento e la loro influenza diretta o indiretta nei confronti del liquido che contengono. Una conclusione su quale materiale sia più adatto non c’è. Ogni periodo storico, in funzione di influenze e congiunture, ha favorito un materiale rispetto ad un altro senza avere la certezza che fosse quello ideale per il vino. Come dice il titolo del pezzo, la storia è fatta dai vincitori e per questo di volta in volta legno, cemento o argilla hanno rappresentato la soluzione migliore alla conservazione del vino.
History is written by victors: winemaking history and revisionism (World of Fine Wine)
Andrea Lonardi è il secondo italiano a diventare Master of Wine
Notizia che si è letta un pò dappertutto, dopo Gabriele Gorelli l’Italia può annoverare un nuovo Master of Wine, il veronese Andrea Lonardi nominato il 25 agosto scorso. Qui segnalo una bella intervista di Stevie Kim (in inglese) a Lonardi che approfondisce il cammino fatto per raggiungere l’obiettivo, il significato dell’essere MW, come gestire questo titolo e diversi altri spunti che vale la pena leggere.
Andrea Lonardi becomes the newest Italian Master of Wine (ItalianWinePodcast)
Vino distrutto e crisi dei consumi
Tema ripreso di recente su Intravino da Tommaso Ciuffoletti: il Ministero dell’Agricoltura francese ha stanziato 200 milioni di euro, in accordo con la UE, di fatto per eliminare scorte in eccesso di vino e trasformarlo in altri prodotti. Da anni si scrive che i consumi di vino siano in controtendenza rispetto ad una produzione che non studia strategie per risollevare l’interesse e che i primi imputati di questa crisi siano i giovani. Jason Wilson scrive che il vero problema non sono le nuove generazioni che non bevono ma un’industria vinicola che si ostina a produrre vini di fascia medio-bassa di qualità anonima e omogenea che non hanno attrattiva per quasi nessuno. Se il mercato dei vini premium non conosce crisi o quasi, sono proprio le bottiglie con prezzi medio bassi a doversi fare strada in un mercato iperaffollato dove la guerra si combatte sui centesimi e dove esistono già bevande alternative di maggior appeal allo stesso prezzo.
France’s destruction of surplus wine hints at an existential wine crisis (Wine Enthusiast)
Una storia di lockdown e vino a Shanghai
Fate un piccolo salto nel recente passato, durante la pandemia, e immaginate di trascorrere un periodo più o meno lungo all’interno di un’enoteca. Ecco in estrema sintesi questo è quello che è successo a Mariano Larrain Hurtado, importatore cileno e proprietario di due wine shop a Shanghai che, insieme a tre ragazzi che si occupavano delle consegne, ha vissuto all’interno di uno dei suoi negozi continuando a lavorare durante due mesi di lockdown totale decisi dalle autorità cinesi. È una piccola e grande storia allo stesso tempo. Durante quei giorni Mariano ha continuato a lavorare, centinaia di ordini arrivavano ogni giorno, e allo stesso tempo cercava di tirare avanti in una situazione di grandi difficoltà fra controlli serrati, complicati approvvigionamenti di cibo e ritmi folli per stare dietro a ordini e acquisti.
The man who escaped lockdown: a Shanghai wine tale (Grape Wall of China)
Le morti a causa dell’alcol sono in aumento fra la popolazione femminile
Un numero sempre maggiore di donne muore a causa del consumo di alcolici. È questo il risultato di una ricerca condotta dall’American Medical Association sul legame fra dipendenze, consumi di sostanze e genere. Se da una parte i decessi causati dall’alcol per gli uomini rimangono quasi il triplo rispetto a quelli per le donne, emerge però un dato preoccupante: tra il 2018 e il 2022 il tasso di mortalità nelle donne è aumentato quasi del 15% rispetto al 12.5% per gli uomini. Se per decenni il consumo di bevande alcoliche è stata questione quasi esclusivamente maschile, oggi si assiste ad una situazione in cui viene anzi incentivato il consumo di vino e non solo da parte delle donne. L’industria vinicola, visto il crollo dei consumi, ha spostato la propria attenzione in termini di comunicazione e marketing verso quelle categorie che storicamente non erano considerate appettibili, come le donne. Il pezzo è interessante per la serie di dati preoccupanti che raccoglie e per l’analisi che fa dei cambiamenti sociali che sono alla base di questo problema.
More women are dying from alcohol. No, its not because of “mommy wine culture” (Fast Company)
Mercati, consumi e crisi delle denominazioni: un nuovo report fa il punto della situazione
Parliamo qui di numeri e dati. Nello specifico, come è cambiato e sta cambiando il commercio mondiale di vino. Robert Joseph analizza un report che fotografa lo stato del mercato internazionale del vino dal quale escono alcune considerazioni interessanti. Per esempio, è triplicata la proporzione fra la quantità di vino prodotto e quella che viene consumata in un paese diverso da quello di produzione. Significa che il commercio di vino ha allargato in maniera sostanziale i propri orizzonti e nuovi mercati in nazioni tradizionalmente legati ad altre bevande alcoliche. Altro dato significativo è il continuo surplus di vino che ad ogni annata viene prodotto rispetto a quello realmente consumato: dal 2017 al 2021 l’eccedenza è stata di quasi 32 milioni di ettolitri. Il report poi prosegue analizzando altri temi di stringente attualità: mercato cinese, disaffezione delle nuove generazioni verso il vino, crisi delle denominazioni tradizionali ed emergere di nuove bevande sostitutive del vino.
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