Ho conosciuto Claudio Viberti in una degustazione dedicata al Piemonte lo scorso novembre a Roma e con i suoi vini è stato amore a prima vista. Barolo stilisticamente tradizionali, dove una concentrazione mai eccessiva e un’acidità sempre ben presente donano quel tocco di modernità che si traduce in una facilità di beva davvero incredibile.
In quell’evento mi fecero un’ottima impressione, al punto che fu inevitabile un confronto tra 2018 con una delle più iconiche aziende della denominazione presenti (Giuseppe Rinaldi) e posso dire che le etichette di Roccheviberti non uscirono affatto ridimensionate. Il colpo di fulmine scattò coi Barolo 2019 (portati in anteprima): annata ottima e di stampo classico che, pur con le dovute differenze in termini di temperature e andamento, assaggio dopo assaggio, non faccio fatica ad accostare alla magnifica e stracelebrata 2016.
Urgeva un riassaggio e così quest’estate ho fatto tappa in azienda. Siamo a Castiglione Falletto, dove la famiglia Viberti possiede 4,5 ettari divisi tra i cru Rocche di Castiglione (proprio di fianco alla cantina), Mariondino (al confine tra Castiglione Falletto e Monforte) e Bricco Boschis, condiviso con Cavallotto (che ne detiene la maggior parte) e Vietti (piccola parte), cru dove inoltre risiedono i filari da cui vengono ricavati i loro Dolcetto e Barbera (entrambi da vecchie viti di circa 80 anni).
La storia dell’azienda inizia nel 2002, con le prime etichette firmate Giovanni Viberti (il papà di Claudio), mentre il primo imbottigliamento come Roccheviberti risale alla difficile 2003, anno in cui si è iniziato a fare un’agricoltura biologica (che solo da quest’anno però è in via di certificazione). Attualmente, la produzione si attesta sulle 25.000 bottiglie l’anno, di cui 17.000 per i tre Barolo e 5.000 egualmente divise tra Barbera e Dolcetto.
Gli assaggi (i prezzi si riferiscono a quelli in cantina)
Sia il Nebbiolo che i Barolo maturano per il 70-80% in botti grandi da 20-25 hl, con la percentuale restante divisa tra barrique e tonneaux. La Barbera matura 5 mesi in tonneaux da 5 hl mentre il Dolcetto fa tutto acciaio.
Barbera d’Alba Superiore Vigna Lunga 2021
Barbera in veste classica, color porpora tra amarene, pepe e rosmarino, fluida, dal tannino leggero e una ficcante acidità di fondo. Non sono un gran fan di questo vitigno ma vino perfetto come entrée. (19 €)
Langhe Nebbiolo 2021
Ottenuto da uve nebbiolo da Barolo ma con passaggio in legno più breve (12-15 mesi). Fiori e frutta fresca, beva dritta e profonda cui manca solo un po’ di corpo a bilanciare tannini ed esuberanza. Giovane e ancora un po’ scapigliato. (23,5 €)
Barolo del Comune di Castiglione Falletto Vecchie Viti 2019
Un bel Barolo comunale, solare e dalla beva piuttosto famelica. Naso nitido, salino e sul fruttato di ciliegia, bocca neanche troppo larga ma succosa e scolpita alla perfezione, con una trama tannica finissima e una viva acidità. Già buono e godibile. (42 €)
Barolo Rocche di Castiglione 2019
Cru dall’alta percentuale di calcare, poi sabbia e tufo, che nel calice si traducono in un Barolo elegante, slanciato, che si sviluppa maggiormente sul centro bocca. Una lama felpata fatta di tannini, frutta succosa e freschezza, dove risalta una particolarissima nota ematico-ferruginosa. Ne vorrei un bicchiere al giorno. Buonissimo. (55 €)
Barolo Bricco Boschis 2019
Rispetto al Rocche, una maggior presenza di argilla si fa sentire in bocca in termini di volume, austerità e tannini più spessi. Una beva più importante ma comunque scorrevole e in cui non si avverte mai alcuna pesantezza. Arioso e dal frutto dolce, già adesso è davvero delizioso, figuriamoci dopo qualche anno in bottiglia. (60 €)
Barolo Bricco Boschis 2016
Ci è stato servito alla cieca ma ho indovinato subito l’annata. Espressivo e ricco di sfumature che vanno dall’ematico al frutto chiaro, passando per spezie scure e note fumé; sorso carnoso, dolce e croccante, con guizzi di acidità e tannini a grana fine in una bocca bella ed estremamente ordinata. Grande annata e grandissimo vino.
Dolcetto d’Alba Vigna Melera 2022
Chiusura rinfrescante e un po’ sbarazzina, per Claudio il vino da tutti i giorni, peccato che le piante di circa 80 anni non producano più di tanto ma il risultato è veramente piacevole: amarena, pepe e sfumature verdognole che ricordano il vinacciolo, beva semplice e abbastanza liquida ma che non svanisce subito e lascia una bella bocca. Non proprio il vino con cui chiudere una carrellata di Barolo ma un vero privilegio vista ormai la sempre minor presenza di questo vitigno, in questi territori spesso espiantato in favore di un più redditizio nebbiolo. (14 €)
Il riassaggio dei vini Roccheviberti a distanza di mesi avvalora la folgorazione che ebbi al primo assaggio e mentre ne scrivo ho una voglia matta di scendere in cantina, prendere e stapparne. Il caldo è finito, l’estate pure, è tempo di tornare a bere nebbiolo.
[… Qualche ora dopo…]