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25 Agosto 2023

Una garganega Rock’n’Roll | Garg’n’Go 2020, La Biancara

“E’ tempo che Superman risollevi il sole nel cielo
Perché qui si sta facendo pesante […]
Dite a tutti coloro che lo aspettano
Di fare del loro meglio per resistere
Non li ha abbandonati, dimenticati o altro
È solo che anche per Superman è troppo pesante da sollevare”
(“Waitin’ for a Superman”, Flaming Lips)

Wayne Coyne, cantante dei Flaming Lips, è spesso stralunato e beffardo nelle sue sentenze sonorizzate. Con Frogs ha verosimilmente ispirato il diluvio di rane messo in scena dal regista Paul Thomas Anderson nell’apocalittico finale di Magnolia. Le liriche di Evil will prevail sono ancora più lapidarie (“sapendo che il male prevarrà, sapendo che il male vincerà sempre”) ancorché supportate da uno sfacciato registro musicale in maggiore, straniante quanto una sgangherata sigla di un cartone animato giapponese fine anni settanta a polarità invertite.

E se avesse ragione lui? Se il male fosse davvero destinato a prevalere? Se di noi seguitasse a vivere solo la parte maligna? In effetti ci sarebbe una sorta di evidenza scientifica: le immortali cellule HeLa prelevate nel lontano 1951 dal carcinoma di Henrietta Lacks (deceduta a causa di quello stesso male) che ancora oggi continuano a riprodursi nelle provette di tutto il mondo, fuori dal corpo di cui erano parte integrante.

Ma qui si parla di vino, una cosa maledettamente seria solo per chi lo produce o lo vende.
Non si conoscono bevande coi superpoteri in grado di riportare la luce e liberarci dal male se le cose non vanno come dovrebbero. Però ci sono vini che possono aiutare a vivere un fugace momento di spensieratezza. Di certo, più il momento è incerto e più il vino deve essere all’altezza della situazione. Ma badate che non serve necessariamente un supereroe di Borgogna, Bordeaux o Champagne…

A me è bastata l’ultima invenzione pétillant di Angiolino Maule, il Viggo Mortensen di Gambellara. Se per il compositore americano Jim O’Rourke “there’s hell in hello”, si potrebbe anche supporre che “c’è del male in Maule” ma per me, cresciuto a pane e VinNatur, la parola male non fa (quasi mai) rima con vino naturale. Presso La Biancara, per l’appunto, se ne produce una versione esemplare battezzata col nome di Garg’n’go, un bianco frizzante sui lieviti da succo di garganega al quale, la primavera successiva alla fermentazione, viene aggiunta una quota di mosto di uve passite per innescare la presa di spuma in bottiglia. Dopo un periodo di riposo in cantina, smussati spigoli e asperità, il millesimo 2020 si mostra oggi in tutto il suo splendore. Le bollicine croccanti, cremose e persistenti trasmettono immediatamente allegria e gioia di vivere. L’etichetta recita: “bubbles amplify the perception of life” e per una volta non è solo di una frase fatta.

La sensazione è quella di subire uno di quei travolgenti attacchi al pianoforte di Jerry Lee Lewis, classici sentiti e risentiti migliaia di volte che riescono sempre a portarti di peso dalla parte illuminata della luna. E come per il “Live at the Star Club”, registrato ad Amburgo in una di quelle serate in cui the Killer pareva totalmente posseduto dal demone del Rock’n’Roll, anche nel Garg’n’Go non c’è trucco né inganno, soltanto energia vitale a profusione. E se questa roba non riesce a scuotervi spirito e membra, papille e budella, allora per voi non c’è speranza di redenzione alcuna.

[Foto cover: Veritas Selections]