Una discussione dei giorni scorsi mi ha spinto a esaminare la statuizione dell’Organizzazione Mondiale della Sanità sull’alcol in un modo che non avevo ancora preso in considerazione. Vorrei condividere con voi le mie perplessità, perché sul punto non ho certezze.
L’OMS ha deciso che l’ingestione di qualsiasi quantità di alcol, in combinazione con qualunque sostanza o tal quale, nuoce gravemente alla salute. Questa decisione è stata accolta nei modi più svariati, ma non ho ancora visto nessuno “stressare” il punto, e portarlo alle sue conseguenze logiche terminali. Tanto per capirci, parlo di logica giuridica.
Se l’ingestione di qualsiasi quantità di alcol nuoce gravemente alla salute, questo non cambia nulla per il consumatore; non può essere sanzionato, perché nessuno è tenuto a prestare attenzione alla sua salute. Questo vale anche per la produzione, perché non c’è un nesso necessario tra produzione e somministrazione. La cosa cambia con la vendita per il consumo.
Se vendo come prodotto alimentare una sostanza che è gravemente nociva per la salute in qualsiasi dose, commetto una sfilza di reati. Portando tutto all’estremo, è da vedere se si tratta di omicidio o di procurato danno alla salute, ma per la immissione al consumo di elevate quantità forse si potrebbe configurare anche la strage. Vi ricordo che in Italia l’azione penale è obbligatoria.
Però nessun giudice, in Italia o altrove, sta agendo contro la somministrazione o la vendita per il consumo di alcolici. Manca la norma? No, se si tratta di una sostanza che è gravemente dannosa anche in quantità minime è evidente che la norma esista. A mio parere, da antico laureato in legge, quello che manca è la certezza del nesso causale.
Sul fumo da sigarette quel nesso è stato accertato, e infatti in molte parti del mondo alcuni tribunali hanno condannato i produttori. Per quanto riguarda l’uso di ogni sostanza alcolica in ogni quantità, non mi risulta; si noti bene, non affermo che questo nesso causale non esista, non lo so, dico solo che non è stato ancora dimostrato in modo usabile in tribunale.
Che l’abuso sia nocivo è più che dimostrato, ma l’abuso dipende dalla libera scelta di chi beve. Sulla dannosità dell’uso di modiche quantità, e sull’equivalenza del danno in caso di soluzione pura o combinata (come nel vino) non sono certo che esista una prova che vada al di là di ogni ragionevole dubbio.
Vi ricordo che molti farmaci sono venduti in soluzione idro-alcolica, che l’alcol è di uso comune in medicina a contatto con ferite aperte (per cui va in circolo, esattamente come se lo si beve) ma nessuno ha accennato a ridurre o proibire l’uso.
Un ragionamento non identico a quello sui giudici, ma simile, può valere anche per l’Ordine dei medici; una signora mi ha fatto notare che l’Ordine dovrebbe radiare quei medici che consigliano a un astemio malato di cuore il consumo di un bicchiere di vino al giorno e, se l’ingestione di qualsiasi quantità di alcol nuoce gravemente alla salute, ha ragione.
Lo dice anche il giuramento di Ippocrate (che ogni medico presta) al secondo paragrafo: “Non somministrerò ad alcuno, neppure se richiesto, un farmaco mortale, né suggerirò un tale consiglio”. Per cui niente soluzioni idro-alcoliche, niente disinfezioni con l’alcol e non parliamo proprio del bicchiere di vino per il cardiopatico.
Al di là delle battute, direi che legalmente questo non è un problema che ha una soluzione evidente. Siamo tutti d’accordo che l’abuso di ogni sostanza alcolica sia gravemente nocivo alla salute, ma per l’alcol l’OMS ha decretato qualcosa di diverso; uso o abuso sono identici, nuocciono entrambi gravemente alla salute. E allora che si fa?
Io che produco vino sono uno spacciatore di morte, come uno che vende ecstasy? Quando si chiede a Google quale è la droga più pericolosa, risponde l’alcol. Io mi considero una persona perbene, per cui se anche un bicchiere di vino è davvero mortale devo togliere le vigne e piantare qualcos’altro. Questo è il punto su cui non ho certezze, e non è un punto facile. Non solo dal punto di vista economico, anzi; forse il problema economico è quello più facile da risolvere. Si vive anche con olio, grano, agriturismo o altro.