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4 Luglio 2023

Gli Eremi de La Distesa in verticale. Sei facce dello stesso vino

Agricolo e mai uguale a se stesso, Gli Eremi de La Distesa è un vino che spesso divide. C’è chi lo ama alla follia e chi invece non lo capisce al punto di metterne in discussione la qualità. Personalmente lo compro e metto da parte da qualche anno, assaggiandolo solamente appena uscito. In occasione di una verticale presentata da Corrado Dottori in persona – il produttore, insieme alla moglie Valeria Bochi – e organizzata da Tiziana Gallo al ristorante Menabò di Roma ho avuto finalmente la possibilità di provare questa etichetta in sei annate.

Vino che nasce da un fazzoletto di mezz’ettaro in Contrada San Michele (Cupramontana, Jesi), dove vecchi cloni di verdicchio piantati negli anni ’80 albergano tra argilla, calcare, venature di arenaria e gesso. Vinificato in botti di quercia da 10/12 ettolitri, esce più o meno due anni dopo la vendemmia, in seguito ad una lunga sosta sulle fecce fini. Solo 3.500 bottiglie prodotte in media ogni anno.

Tutti e sei i millesimi assaggiati sono stati realizzati con la stessa metodologia di vinificazione. Queste le mie considerazioni sugli assaggi fatti.

Ouverture – Terre Silvate 2022
Prima della verticale abbiamo scaldato i motori con il nuovo Terre Silvate, vino che a differenza di altre annate assaggiate in precedenza qui è già bello pimpante: tra il fiore e il frutto, gesso e vampate di mentuccia, agile e succoso, facile e di buona scorrevolezza. Un bell’inizio.

2021 (in anteprima)
Caldo e siccità dell’annata non si avvertono in un vino fresco, dai toni varietali e incredibilmente rifinito. Colore paglierino chiaro leggermente velato, citrino e ricco di pietra focaia, esprime concentrazione ma non manca di fluidità. Giovane e in anteprima (uscirà a breve), al momento ricorda poco Gli Eremi.

2016
Una forte grandinata nel mese di maggio ha creato qualche problema, per il resto annata classica, calda ma regolare. Un po’ di volatile iniziale, poi miele e spunti affumicati, sapidità graffiante, burro e grassezza a ricordare più uno chardonnay. Vino un po’ monocorde e a cui manca slancio.

2015
Annata calda e molto produttiva, prima bottiglia servita ossidata, la seconda invece tutt’altra storia: resinoso e con un bel frutto a polpa gialla, burro come nella 2016 ma più sfumato, solare, carico, con una sapidità quasi tannica che permane sul centro bocca e fa salivare a lungo. Non mi dispiace.

2012
Altra annata calda e siccitosa ma poco produttiva. Leggero brett, note affumicate, miele e genziana, si scalda e spunta un sottobosco di terriccio bagnato; bocca in linea con la 2015 ma più stanca e dal leggero residuo zuccherino che si percepisce in chiusura. Si lascia bere ma non entusiasma.

2010 (in magnum)
Ultima annata rientrante nella Docg, fredda ma dall’andamento regolare. Ne esce un vino particolarmente espressivo e in stato di grazia. Gessoso, iodato e sul frutto, ficcante e sapido ma anche succoso e avvolgente, profondo e di grande bevibilità. Neanche la calura in sala ne scalfisce la bellezza.

2007
Ennesimo millesimo caldo e siccitoso. Il colore quasi ambrato e un po’ di ossidazione ne denotano una certa maturità ma bocca tutto sommato viva, sfumatamente sapida e, come nella 2012, si percepisce un residuo zuccherino (confermatoci anche da Corrado), qui però molto più evidente. Mi ha ricordato un ’95 di Belisario assaggiato due anni fa. In fase calante. Se lo avete in cantina è il momento di stappare.

Sei vini abbastanza diversi tra loro dimostrano quante sfaccettature possa avere Gli Eremi, vino che si conferma un caleidoscopio del proprio territorio, lontano dalle omologazioni e figlio dell’imprevedibilità delle annate.

Che piaccia o no, quello de La Distesa è un modo di fare vino senza compromessi, agronomicamente rischioso e politicamente schierato. Per Corrado Dottori, il vino è un mezzo di elaborazione sociale e mai un fine in sé. Un utilizzo contenuto di rame e la rinuncia alla chimica di sintesi nella gestione dei vigneti possono essere viste come scelte estreme, come in questo 2023, millesimo in cui non verranno prodotti molti dei vini aziendali, tra cui Gli Eremi, causa forti pioggie e successivo attacco virulento di peronospora. Molto si è discusso in seguito alla comunicazione aziendale – spesso con toni decisamente inadeguati da più parti– ma una presa di posizione così netta e argomentata da parte di Corrado Dottori va apprezzata, e soprattutto rispettata.

[Non è la prima volta che parliamo de Gli Eremi su Intravino: per chi volesse approfondire, qui una verticale raccontata da Francesco Morresi e qui Gli Eremi 2013 con Alessandro Morichetti.]