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26 Giugno 2023

Di lambrusco, novità e altre storie (complicate). Con Christian Bellei all’Osteria Bottega

Il pretesto è stata la presentazione del nuovo vino aziendale di Cantina della Volta e alla fine il Mattaglio Specialist Brut Rosé 2018, pinot nero con 48 mesi sui lieviti ma giocato su una struttura esile e slanciata, è quasi passato in secondo piano.

Non prima di ricordare quanto qualsiasi bolla emiliana trovi in loco la gamma di abbinamenti più conturbante ever: specie se si tratta di culatello di Zibello stagionato 36 mesi e pancetta arrotolata proposte da Daniele Minarelli, chef patron dell’Osteria Bottega a Bologna.

Christian Bellei, enologo schivo e concreto, di lunga esperienza in terra emiliana, ha lavorato su un nuovo progetto per ampliare ulteriormente la già vasta gamma della cantina di Bomporto a Modena, puntando in questo caso sul pinot nero.

Bellei si è sempre ispirato alle bollicine d’oltralpe nel tentativo di affermare il metodo classico in un territorio che tradizionalmente non lo aveva nelle proprie corde: per farlo ha lavorato non solo sull’autoctono lambrusco ma anche sui vitigni internazionali.

Conversando durante la presentazione della novità, siamo inevitabilmente finiti a ragionare di lambrusco. Negli ultimi anni, si è parlato molto di rinascita del brusco, di svolta verso la qualità (si pensi, ad esempio, ai laboratori durante Modena Champagne Experience) dopo un passato votato alla quantità, tuttavia il quadro complessivo attuale presenta delle crepe, come ci racconta lo stesso Bellei, che con la realtà della vigna fa i conti tutti i giorni:

La flavescenza sta distruggendo più del 30% delle viti di lambrusco e non lo dice nessuno, le cantine sociali sono piene di vino, è un momento molto critico, così critico che non lo vedevo dagli anni ’80! C’è molto stallo.

Nonostante l’ultima vendemmia sia andata bene in termini qualitativi, infatti, la quantità è in calo perché le vigne sono letteralmente bersagliate dalla flavescenza dorata (rispetto al 2021 si registra un calo nel conferimento dell’8,3%). Si stima, in linea con quanto affermato da Christian Bellei, che negli ultimi anni alcune aziende abbiano perso fino al 20-25% degli impianti con un trend decisamente in peggioramento.

Al contempo, il calo dei consumi nella grande distribuzione rischia di creare un cortocircuito. La soluzione che viene fuori dal dibattito al tavolo è chiara: abbandonare pian piano il vecchio approccio mass market per puntare sempre di più sulla qualità del prodotto (che vuol dire più selezione e minori quantità) e sulla sua maggiore conoscenza a livello del mercato nazionale ed estero.

Non è affare da poco, occorrono visione solida e approccio condiviso: in Emilia la cooperazione è di casa ma l’impresa è oggettivamente ardua perché invertire trend decennali non è affatto facile.